Uve tardive: una campagna difficile

Il produttore di uve tardive Saro Fichera denuncia: "Siamo al collasso. Il prezzo proposto al produttore per l'uva Italia non riesce nemmeno a coprire le spese".

da Redazione uvadatavola.com
uve tardive

Come procede la stagione delle uve tardive per le aziende agricole? Lo abbiamo chiesto al siciliano Rosario – detto Saro – Fichera, dell’azienda agricola “M. Fichera e Son“. L’azienda, che sorge in provincia di Ragusa e più precisamente in agro di Chiaromonte Gulfi, è complessivamente composta da 50 ettari, 40 dei quali coltivati con le varietà tardive Italia e Red Globe. I restanti 10 ettari, invece, sono coltivati con uva precoce della cv Vittoria.

La “M. Fichera e Son” copre le uve tardive con i teli per ritardarne la raccolta e proteggerle dalla pioggia a partire da metà agosto. L’azienda conferisce il prodotto a un’OP che si occupa della commercializzazione. L’uva di Rosario raggiunge i mercati del Nord Italia e di diversi Paesi europei come: Portogallo, Francia e Germania.

Una prima – non buona – notizia Saro me la comunica già nelle prime righe dell’intervista: in Sicilia, in uno dei territori maggiormente vocati alla precocità, la raccolta per le uve tardive è cominciata da pochissimi giorni: a metà settembre.

uve tardive

Come procede la raccolta per le varietà tardive?

I tagli per le uve tardive sono cominciati da appena qualche giorno, a metà settembre, contiamo di prolungare la raccolta fino al mese di novembre. Quest’anno c’è stato un po’ di ritardo nella maturazione. L’elemento che ha maggiormente inciso sul ritardo, però, è stata la campagna commerciale della cv Vittoria, che si è protratta più al lungo del normale a causa della mancanza di sbocchi commerciali. La produzione è molto buona, i volumi sono davvero eccellenti, è una buona annata sotto questo aspetto.

Il clima è stato favorevole?

Dal punto vista climatico abbiamo registrato costantemente temperature più alte della media. Ciò ha comportato delle ricadute negative sulle produzioni. Il caldo, infatti, ha stressato le piante che – di conseguenza – non sono riuscite a “dare il massimo” e hanno mostrato una qualità non troppo eccellente, con calibri inferiori rispetto al solito. Questo 2022 rimarrà nella nostra memoria come una stagione impegnativa. Al momento problemi causati da malattie fungine non ci sono, ma l’elevato tasso di umidità registrato per diversi giorni ci ha costretti a intervenire in maniera più pressante per assicurare alle piante un’adeguata copertura dalle malattie fungine.

Anche da voi ci sono stati problemi con i grappoli serrati?

In Sicilia i grappoli serrati sono la normalità, nel corso di ogni stagione interveniamo manualmente per diradarli.

Parliamo di costi di produzione e prezzi al produttore?

L’aumento dei costi che abbiamo riscontrato quest’anno ha riguardato ogni aspetto della produzione dell’uva: dai materiali plastici al gasolio, dai concimi all’energia elettrica. La cosa peggiore è che commercialmente non ci vengono riconosciuti questi aumenti. Come se non bastasse, inoltre, i prezzi che si registrano in campo sono al di sotto della media e non accennano a risalire. Siamo al collasso come settore. Questa è una campagna difficile non solo per gli aumentati costi di produzione, ma anche dal punto di vista della commercializzazione. I consumi di uva proseguono a rilento, troppo a rilento. Oggi il prezzo proposto per l’uva Italia non riesce nemmeno a coprire le spese di produzione.

Considerando la situazione descritta sta pensando di modificare qualcosa nella sua azienda?

L’unica soluzione è non produrre più uva. Negli ultimi anni la tendenza del comparto è stata quella d’investire nel rinnovo varietale, e quindi in uve senza semi. Quest’anno, però, anche le uve senza semi stanno soffrendo il basso interesse da parte dei consumatori. Noi produttori siamo allo sbando.

 

Autrice: Teresa Manuzzi
©uvadatavola.com

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