La stagione 2022-2023 per l’uva da tavola australiana è agli sgoccioli e verrà ricordata per la pressione della peronospora; tiriamo le somme con Lorenzo Pellegrino, agronomo afferente ad Agriproject Group. Il gruppo offre consulenza agronomica di campo in Australia sin dal 2010 e Pellegrino, per il sesto anno consecutivo, ha seguito le aziende viticole australiane dell’areale di Sunraysia.
“L’Australia produce complessivamente circa 200.000 tonnellate di uva da tavola – esordisce Lorenzo – inizialmente la produzione era concentrata unicamente nella regione Sunraysia, nello stato di Victoria. Oggi, invece, l’uva si produce in tutti gli stati Australiani”.
Molti viticoltori australiani hanno conosciuto la peronospora per la prima volta, spiega Lorenzo Pellegrino:
“La stagione dell’uva da tavola australiana 2022-2023 sta per terminare e se dovessi descriverla con un solo aggettivo potrei definirla “anomala”. Essa, infatti, è stata caratterizzata da un clima umido e piovoso; del tutto inusuale per la regione di Sunraysia. La primavera (da settembre a novembre) 2022 resterà tristemente impressa nella memoria dei viticoltori locali, in quanto – molti di loro – sono stati chiamati ad affrontare la peronospora per la prima volta nella loro vita”.
I dati registrati dalle stazioni meteo parlano chiaro, per il tecnico:
“I dati riportati dalla stazione meteo di Bureau Metereology, gestita dal governo australiano, mostrano in maniera evidente come i mesi primaverili sono stati caratterizzati da frequenti piogge con intensità variabile. Nel mese di settembre ci sono stati 8 giorni di pioggia e un totale 55,9 mm di pioggia; a ottobre, invece, ci sono stati 12 giorni di pioggia che hanno complessivamente fatto cadere 85,1 mm. Infine a novembre ha piovuto per ben 9 giorni e sono stati registrati 65,2 mm di pioggia”.
Le piogge hanno messo in difficoltà i produttori di uva e i rivenditori di fitofarmaci. Mentre i primi non disponevano di un parco macchine adeguato, i secondi non possedevano un magazzino sufficientemente fornito di antiperonosporici, spiega Lorenzo:
“Considerando che la quasi totalità della produzione viticola australiana non è protetta da teli o reti, si può ben immaginare come non sia stato affatto facile gestire i trattamenti. Le difficoltà maggiori sono sorte in termini di “accessibilità” ai vigneti a causa dell’acqua. A complicare il tutto ci ha pensato anche la ridotta disponibilità di trattori. A causa di quest’ultimo fattore, infatti, le aziende australiane non riuscivano a completare i trattamenti in campo prima del sopraggiungere dell’evento piovoso. Una terza problematica è stata la difficoltà di reperimento dei prodotti fitosanitari per la difesa dalla peronospora. La regione Sunraysia, infatti, non aveva mai registrato questo tipo di condizioni climatiche perciò le farmacie agricole non disponevano di un approvvigionamento sufficiente a soddisfare le richieste”.
Lorenzo conclude spiegando che tutto sommato, però, la qualità è salva, le ricadute sono state per lo più sull’epoca di raccolta:
“Nonostante l’annata particolarmente difficile, la qualità delle uve è stata buona. L’andamento climatico appena descritto ha inciso soprattutto sull’epoca di raccolta, che ha registrato due settimane di ritardo. Oggi si procede con le operazioni di raccolta per le varietà: Crimson, Sweet GlobeTM, Autumn CrispTM e Sweet SapphireTM. Proprio in questi giorni le navi contenenti diversi volumi di uva da tavola australiana, in viaggio da 3-4 settimane, stanno attraccando nei porti dei Paesi asiatici che rappresentano i mercati di sbocco per il prodotto australiano: Cina, Thailandia, Giappone, Vietnam, Indonesia, Korea e Filippine”.
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