Uva senza semi: boom in Puglia e Sicilia

Sui mercati domina l'uva senza semi. Per valorizzare l'uva e il suo territorio, sette comuni pugliesi hanno sposato l'iniziativa del Comune di Noicattaro.

da Silvia Seripierri

Ha preso il via la raccolta dell’uva da tavola, di cui l’Italia è il principale produttore a livello europeo nonché il terzo esportatore a livello mondiale, dopo Perù e Paesi Bassi – quest’ultimo non è un Paese produttore, ma opera come mercato globale di smistamento. Come emerso dai dati di mercato, negli ultimi due anni sui banchi dominano (70%) le varietà di uva senza semi, che sempre più spesso sono ottenute anche grazie al lavoro di breeding italiano.

Ne è un esempio il lavoro svolto dal CREA di Turi in collaborazione con il consorzio di imprese pugliesi Nuvaut, che insieme hanno messo a punto circa venti nuove varietà di uva senza semi con l’obiettivo di portare sul mercato le seedless nel corso di tutta la stagione, fino a dicembre.

Per l’uva da tavola sia bianca che rossa Puglia e Sicilia sono i principali distretti produttivi e insieme producono il 94% dell’uva da tavola made in Italy; la restante parte è prodotta nei vigneti di Basilicata e Lazio. Considerando la bilancia commerciale italiana l’uva da tavola è il secondo – dopo le mele prodotto più esportato del comparto ortofrutticolo nazionale.

“Rilevanti in Italia i numeri dell’uva da tavola – sottolinea un’analisi illustrata da Mario Schiano dell’Ismea in occasione del convegno “Regina di Puglia” a Noicàttaro (BA) – con un miliardo di Kg prodotti da luglio fino alle varietà tardive di novembre, per un valore complessivo di 655 milioni di euro. Il 46% della produzione italiana è venduta all’estero, ma finora l’export si concentra in Europa, mentre l’extra Ue è solo dell’1,5%. Tra i grandi assenti nella geografia delle nostre esportazioni Usa e Canada, oltre che la Cina, mentre Germania e Francia fanno la parte del leone. Le esportazioni dell’Italia valgono oltre 700 milioni di euro, e per le uve italiane i margini di crescita sono enormi: in 5 anni il fatturato dell’export italiano potrebbe raggiungere quota 1,2 miliardi di euro, puntando a un aumento del 30% dei prezzi e del 20% dei volumi”.

uva senza semi

Anche la Puglia registra un trend crescente delle esportazioni e sette Comuni pugliesi sposano il progetto di Noicàttaro che valorizza l’uva da tavola e il suo territorio.

I sindaci di Rutigliano – Giuseppe Valenzano – di Turi, Ippolita Resta, di Mola di Bari, Giuseppe Colonna, di Castellaneta, Giambattista di Pippa, di Grottaglie, Ciro D’Alò, di Adelfia, Giuseppe Cosola, di Noicattaro, Raimondo Innamorato, (Giuseppe Nitti di Casamassima firmerà al più presto), hanno sottoscritto, al Palazzo della Cultura di Noicàttaro, a conclusione dell’evento “Regina di Puglia”, con la partecipazione e il sostegno di Antonio Decaro, presidente della Città Metropolitana di Bari, il protocollo d’intesa per mettere a terra sinergie allo scopo di valorizzare l’uva da tavola, asse portante dell’economia locale, e il suo territorio.

L’iniziativa è un caso unico in Italia per quanto riguarda il settore dell’ortofrutta.

Per l’assessore all’Agricoltura della Regione Puglia, Donato Pentassuglia, “questa forma di aggregazione molto lungimirante segna un passaggio culturale di comunità legate alla tradizione contadina e alla dieta mediterranea che sanno trovare vie moderne di sviluppo e innovazione affinché non si paghino più royalties per coltivare l’uva da tavola. Da parte sua Regione Puglia, tramite la nuova programmazione del Csr, sosterrà anche la trasformazione e ha dato mandato a centri di ricerca e università per accompagnare la crescita del mercato che vira verso le varietà senza semi. A Macfrut 2024, poi, la Puglia sarà capofila delle comunità che producono uva da tavola con l’orgoglio di liberarci dal pagamento di royalties alle spalle di chi lavora sotto i tendoni e nei campi”.

 

A cura di: ANSA

©uvadatavola.com

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