Agricoltura, più investimenti ma la Pac non è sempre un affare

da Redazione uvadatavola.com

In dieci anni sono calate le superfici agricole, le aziende, problemi al settore dell’allevamento, ma cresce la propensione ad investire in innovazione e adeguamento tecnico.

Dall’ ultimo Focus di Veneto Agricoltura, presenti Pan, Negro, i Presidenti delle organizzazioni agricole, l’Università, il mondo bancario, anche una nota stonata sulla PAC, che guarda troppo a nord. E la necessità di essere presenti nel dibattito per la definizione di quella futura.

C’era anche (virtualmente) Paolo De Castro, il V.Pres. Comm.ne Agricoltura del Parlamento UE, all’incontro di stamattina a Veneto Agricoltura su Investire in agricoltura e Nuova PAC: dall’Ass.re regionale Giuseppe Pan, al Direttore dell’Agenzia Alberto Negro, i Presidenti delle organizzazioni professionali agricole (Coldiretti, Confagricoltura, CIA, Copagri), le banche (FriulAdria/Credit Agricole), l’Università di Padova (il Tesaf), il CREA, etc.; tutti presenti per capire il trend “economico” del settore primario e cosa dovranno aspettarsi gli agricoltori dalla futura politica agricola europea, la PAC.

Un Focus, quello organizzato oggi a Legnaro-Pd da Veneto Agricoltura-Europe Direct, d’intesa con Regione e Università di Padova, per fornire al mondo agricolo e istituzionale strumenti di discernimento. Non solo parole ma dati. Che facevano riferimento al volumetto appena pubblicato da Veneto Agricoltura-Europe Direct proprio su “Investire in agricoltura”.

Del resto in questi giorni a Bruxelles sono state avviate le discussioni sulla PAC post 2020, con la messa in rete da parte della Commissione europea di una consultazione pubblica aperta (fino al 2 maggio). Lo scenario dell’agricoltura veneta è stato descritto da Renzo Rossetto (Veneto Agricoltura).

Negli ultimi dieci anni (periodo 2005-2015) le superfici investite nelle principali colture agricole in Veneto sono passate da circa 645 mila ettari a 580 mila, con un calo del -10%: giù gli ettari coltivati a cereali (-20%), orticole (-32%) e frutticole (-23%); in crescita (+8%) la vite (effetto Prosecco) e le colture industriali (+19%), trainate dall’espansione della soia.

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Fonte: ilvelino

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