Concimazione autunnale: un nodo cruciale

Effettuata in fase di post-raccolta, questa operazione è fondamentale perché consente alla vite di disporre delle riserve per affrontare l’inverno e la successiva fase di ripresa vegetativa

da uvadatavoladmin
concimazione autunnale

Con la fine delle operazioni di raccolta, la stagione dell’uva da tavola potrebbe dirsi conclusa. In realtà, durante l’autunno e l’inverno, è importante prendere in considerazione alcune operazioni colturali, indispensabili al fine di garantire un buon andamento dell’annata successiva. Tra queste, rientrano la concimazione autunnale e più avanti – in seguito alla caduta delle foglie – le operazioni di potatura.

La concimazione autunnale in fase di post-raccolta, prima della caduta delle foglie, è una pratica colturale che non deve essere sottovalutata.

Essa, infatti, permette alla vite di creare le riserve ottimali che le serviranno per affrontare l’inverno e la prossima stagione, con una conseguente ripresa vegetativa ottimale. Durante le settimane successive alla raccolta, dopo gli “sforzi” consistenti sostenuti per portare a maturazione l’uva, la concimazione permette di reintegrare nel terreno le asportazioni degli elementi nutritivi. In modo particolare dei macroelementi persi in seguito alla stagione vegeto-produttiva.

Azoto, fosforo e potassio, infatti, devono essere disponibili per la pianta già dalle prime fasi della ripresa vegetativa.  Questi nutrienti sono fondamentali per garantire un buon sviluppo vegetativo delle piante e conferire abbastanza resistenza a stress anche biotici. A loro volta, questi due aspetti saranno responsabili di un ottimale sviluppo dei grappoli. Accanto a questo, la vite da tavola necessita di un terreno ben bilanciato che influenzerà in modo diretto il sapore, il colore e la dimensione dell’uva che verrà prodotta. Le concimazioni autunnali specificamente mirate all’uva da tavola possono influenzare anche la maturazione uniforme dei grappoli, contribuendo a ottenere un prodotto di alta qualità.

Come capire quando effettuare tali concimazioni?

Sebbene possa risultare scontato, il periodo durante il quale effettuare queste operazioni colturali è strettamente collegato alle fasi fisiologiche della pianta che permettono di individuare il migliore momento di intervento.

In generale, si inizia non appena si concludono le operazioni di raccolta, mentre il termine ultimo per effettuare la concimazione lo decide la pianta, infatti,  il limite ultimo è rappresentato dalla caduta delle foglie. Prima del processo di distacco, la pianta tende a convogliare tutte le sostanze contenute nelle foglie all’interno degli organi di riserva (fusto e radici), quando il suo metabolismo è ancora attivo. In seguito a tale processo, la pianta entra definitivamente nella fase di dormienza e – pur apportando concimazioni al terreno – la pianta non sarà in grado di assorbirle. Il rischio è legato alla perdita degli elementi nutritivi apportati che, durante l’inverno, vanno incontro a fenomeni di lisciviazione e immobilizzazione nel terreno. Questo fa sì che gli elementi non siano più disponibili durante la stagione primaverile, quando la pianta riprende a germogliare. 

A influenzare direttamente tali fenomeni è poi il contenuto di sostanza organica. Sono quindi indispensabili concimazioni a base di prodotti organici, come letame maturo o compost, che – oltre ad apportare elementi nutritivi alle piante – migliorano le proprietà chimico-fisiche del terreno, aumentando la disponibilità degli elementi nutritivi in esso contenuti, e contribuiscono a definire il concetto di fertilità del suolo.

concimazione autunnale 1

Come calcolare i quantitativi da apportare?

Per avere informazioni circa la disponibilità di sostanze nutritive essenziali come azoto, fosforo, potassio e altri elementi preziosa risulta l’analisi del terreno che, evidenziando eventuali carenze, consente di intervenire con interventi mirati e non da calendario, che – al contrario – potrebbero comportare oltre che danni all’ambiente, danni in termini economici all’azienda.

Una volta ottenuti i dati, i quantitativi di elementi nutritivi da distribuire annualmente al vigneto possono essere calcolati andando a stabilire i fabbisogni annuali. I fabbisogni annuali nella viticoltura da tavola possono variare notevolmente in base alle condizioni specifiche del terreno e alla varietà di uva coltivata. Questi parametri sono a loro volta dipendenti dall’assorbimento di elementi nutritivi destinati alla maturazione dei grappoli e allo sviluppo della chioma, quindi agli obiettivi di produzione. 

Una volta stabiliti i fabbisogni, le dosi da apportare annualmente al terreno per ogni singolo elemento si calcolano sulla base del seguente bilancio: D = F – A + P , dove

  • D rappresenta la dose da apportare;
  • F il fabbisogno calcolato in precedenza;
  • A gli apporti naturali (mineralizzazione della sostanza organica, residui di potatura, ecc.);
  • P le perdite (lisciviazione, immobilizzazione, denitrificazione).

Anche nel comparto dell’uva da tavola, l’analisi del terreno e le concimazioni autunnali possono dunque fare la differenza, favorendo una buona ripresa vegetativa nella stagione successiva e migliorando le caratteristiche quanti-qualitative della produzione, nel rispetto della sostenibilità delle coltivazioni.

 

Donato Liberto
©uvadatavola.com

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