Uve precoci: la stagione 2017 dal punto di vista di un agronomo

da Redazione uvadatavola.com

Vincenzo Demattia, agronomo presso lo studio associato “Food Agri Service” di Noicàttaro, segue vigneti nel Nord e nel Sud Est barese. La redazione di uvadatavola.com ha chiesto a lui un bilancio dell’appena conclusa stagione dell’uva da tavola precoce.

La stagione è stata tutto sommato positiva, soprattutto per l’elevata qualità del prodotto raccolto. Le uve precoci possedevano un elevato grado zuccherino e le dimensioni di bacche e grappoli erano interessanti. La raccolta è cominciata diversi giorni prima rispetto agli altri anni, infatti i primi stacchi per la varietà Black Magic sono avvenuti già a metà giugno. Per Vittoria i tagli hanno avuto inizio verso fine giugno”.

“La raccolta delle varietà precoci è terminata con circa 10 giorni di anticipo – ha continuato Demattia – anche a causa della bassa resa per ettaro. Quest’anno abbiamo osservato un’incompleta differenziazione delle gemme, che ha portato sia ad un mancato germogliamento sia ad un’infertilità delle stesse. A mio avviso la causa è adducibile alla bassa luminosità che abbiamo registrato lo scorso anno. Questa non ha permesso una maturazione completa del legno”.

L’esperto ha affrontato poi le problematiche relative ai volumi di produzione: “Sia le seedless che le varietà con seme hanno subito una diminuzione delle produzioni di circa il 20- 30%.Nel Nord barese questo problema è stato più attenuato, probabilmente perché in quegli areali i vigneti non sono forzati per l’anticipo. Il problema principale è stato la siccità, che ha poi provocato una diminuzione delle rese per pianta. In alcune zone non si è riusciti a gestire le richieste idriche della pianta con la sola irrigazione. L’elevato utilizzo di acqua ha inciso sull’aggravio dei costi per la gestione e la produzione di uva”.

“A causa delle elevate temperature e delle basse precipitazioni – ha concluso l’esperto  – non abbiamo riscontrato problematiche di natura fitosanitaria, eccezione fatta per qualche sporadico e gestibile focolaio di oidio. Posso concludere affermando che la siccità ha aggravato i costi per la gestione e la produzione della campagna. I prezzi unitari per le varietà precoci sono state interessanti, ma avendo avuto una riduzione della produzione del 20-30% non è sempre stato soddisfacente il reddito per l’agricoltore. Dalla stagione 2017 possiamo trarre una grande lezione: bisogna puntare sulla qualità, ma allo stesso tempo cercare di produrre abbastanza uva per poter rendere redditizia la coltura e favorire una redistribuzione del reddito per tutta la filiera”.

 

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Autore: Teresa Manuzzi

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